Nell’aprile del 1199, il re di Francia, Filippo II, ringraziò Dio per la provvidenziale e inaspettata morte del suo grande rivale: Riccardo Cuor di Leone. Da quando il re inglese era stato liberato dalla sua prigionia in Austria, nel 1194, aveva usato tutta la sua sapienza militare per reclamare terre e possedimenti alla Francia. In seguito, i francesi avrebbero combattuto a lungo contro gli inglesi, che vennero espulsi dal continente soltanto alla fine della guerra dei Cento Anni, terminata nel 1453 (eccezion fatta per Calais, che divenne francese nel 1558).
Se Riccardo non fosse morto a soli 42 anni la geografia politica Europea medievale (e forse anche attuale) non sarebbe stata la stessa
Sotto, Riccardo Cuor di Leone da una miniatura dell’epoca:
Riccardo I d’Inghilterra morì dopo esser stato colpito da una freccia, una circostanza piuttosto normale per un re guerriero medievale, ma singolarissima se analizzata nei suoi dettagli. Il grande condottiero venne ucciso durante un assedio a un castello minore, praticamente disarmato, del quale gli assedianti attendevano la resa senza alcuna preoccupazione.
Prima della vicenda riguardo la morte, è interessante approfondire come Riccardo fosse arrivato di fronte al castello di Châlus-Chabrol
Fatto prigioniero durante il ritorno dalla Terza Crociata dal duca d’Austria, Leopoldo V, che lo riconobbe anche vestito da pellegrino, Riccardo venne tenuto prigioniero da Enrico VI di Svevia con lo scopo di ottenere un riscatto. La regina Eleonora d’Aquitania, madre del conquistatore, fece appello al Papa e alla chiesa di Roma, mosse i nobili e il clero inglese e infine riuscì a racimolare una somma immensa per l’epoca:
100.000 Sterline d’Argento
L’equivalente di 2/3 anni di reddito della corona inglese. Il fratello Giovanni d’Inghilterra (famoso come “Senza Terra” proprio per i conflitti con Riccardo) arrivò ad allearsi con Filippo di Francia, promettendo a Enrico VI 80.000 marchi per tenere prigioniero Riccardo, offerta che l’Imperatore del Sacro Romano Impero rifiutò.
Il 4 Febbraio 1194 Riccardo fu libero
Nonostante le ballate riguardo Robin Hood, il malvagio principe Giovanni e il buon Riccardo Cuor di Leone siano ambientate in Inghilterra, l’interesse di Riccardo per l’isola era scarsissimo. Egli era concentrato molto di più sulla ricca Francia, nella quale era già sovrano della regione d’Aquitania e di molti altri possedimenti.
Riccardo pianificò in breve di conquistare i feudi sottratti in Normandia dal re francese Filippo II Augusto. Nel 1199, tramite degli accordi diplomatici e una serie di battaglie, si giunse alla restituzione dei feudi sottratti e a una tregua di 5 anni. La situazione era quindi stabile, con una significativa parte della Francia in mani inglesi, nell’attesa di una nuova guerra che si sarebbe svolta, con ogni probabilità, alla fine della tregua quinquennale.
Poco dopo gli accordi col sovrano francese, Riccardo raggiunse la regione di Limosino, dove il visconte Adhemar V di Limoges, suo vassallo, si era ribellato.
Il conquistatore devastò le terre di Adhemar V, incendiando i paesi e uccidendo i ribelli. In brevissimo tempo la rivolta fu quasi del tutto sedata. Poi raggiunse il piccolo castello di Châlus-Chabrol, già praticamente disarmato, per annetterlo al piano di riconquista.
Sotto, il castello nel 1460:
Il forte era assolutamente secondario rispetto alla rivolta già sedata nei pressi della capitale Limoges. Il motivo per il quale Riccardo e il suo esercito raggiunsero un paese tanto insignificante è però curioso, e oggetto di dibattito storico. Alcuni sostengono che Riccardo volesse placare definitivamente gli animi dei ribelli, mentre altri pensano che un contadino, poco tempo prima, avesse trovato un tesoro di epoca Romana.
Riccardo era giunto a reclamare l’oro in quanto sovrano feudale
Quali che fossero le intenzioni di Riccardo, il 25 Marzo del 1199 questi si trovava a camminare di fronte alle mura del castello, controllando il lavoro dei suoi zappatori. Le difese del castello erano praticamente inesistenti, ma sporadicamente qualche balestriere scagliava una freccia rivolta agli assalitori. La caduta dei dardi era tanto saltuaria che gli uomini di Riccardo neanche se ne curavano.
Persino il Re, un uomo per il quale era stato pagato soltanto 5 anni prima un riscatto astronomico, passeggiava sotto le mura senza cotta di maglia, sicuro della vittoria e dell’inoffensività dei difensori.
Accadde però l’inaspettato
Un balestriere, con in mano l’arma e una padella usata come scudo, lanciò una freccia rivolta al sovrano, che lo colpì fra la spalla e il collo. Riccardo, per minimizzare l’accaduto, si ritirò da solo nella tenda, tentando inutilmente di estrarre il proiettile. Venne chiamato il chirurgo, che impiegò non poco per liberare la spalla dell’uomo, ma ormai il danno era fatto:
La ferita andò in gangrena
Sotto, lo stemma invertito di Riccardo a indicare la sua morte, illustrazione in un manoscritto della Chronica Majora di Metteo Paris (XIII secolo):
Poco tempo dopo il ferimento fu evidente che il Re sarebbe morto in breve. Questi chiese che il balestriere, Pierre Basile o John Sabroz o Dudo o Bertrand de Gourdon (il nome cambia in base alla cronaca), nel frattempo arresosi insieme a tutti gli occupanti del castello di Châlus-Chabrol, gli fosse portato al cospetto.
Riccardo perdonò l’uomo e gli diede 100 scellini
Il 6 Aprile, Re Riccardo Cuor di Leone, un conquistatore in grado di sconfiggere i più forti eserciti al mondo fra la Terra Santa, Cipro, la Sicilia e l’Europa, morì fra le braccia della madre Eleonora d’Aquitania. Più tardi, con ogni probabilità , il balestriere venne arrestato contro le ultime volontà di Riccardo:
Fu scorticato vivo e impiccato
Sotto, la Tomba di Riccardo I nell’Abbazia di Fontevrault:
Com’era usanza medievale, le spoglie di Riccardo furono sepolte in luoghi diversi. Il cuore venne imbalsamato e sepolto a Rouen, in Normandia, le viscere a Châlus, dove morì, e il corpo ai piedi della tomba del padre, nell’abbazia di Fontevrault, nell’Angiò.
Tomba contenente il cuore di Riccardo presso la cattedrale di Rouen:
Nonostante la storia insegni che anche i guerrieri più valorosi ed esperti possano morire nei modi più banali, gli interrogativi riguardo una morte tanto anomala rimangono. Perché Riccardo I, un guerriero tanto esperto, si espose in modo incosciente al tiro di un arciere? Perché inoltre raggiunse un castello tanto periferico, esponendo la sua stessa vita in una rivolta già praticamente sedata? C’era davvero un tesoro romano, preziosissimo per rifondare le casse di un regno sempre avido di risorse per le guerre? Con il tempo, forse, gli storici risponderanno a questi interrogativi.